AGCOM: ecco come saranno i risarcimenti per le bollette ogni 28 giorni
L'AGCOM è stata costretta a intervenire nuovamente contro quattro operatori italiani: TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre. Motivo del contendere è, ancora una volta, la fatturazione ogni 28 giorni introdotta lo scorso anno e bloccata da un decreto legge del governo. L'Autorità è intervenuta per imporre agli operatori di provvedere al risarcimento verso gli utenti, fermato dal ricorso al TAR di questi ultimi.
L'AGCOM aveva infatti sentenziato che gli operatori avrebbero dovuto risarcire gli utenti per via dell'illiceità della tariffazione ogni 28 giorni; la sentenza prevedeva che fosse previsto uno storno dalle bollette o comunque dai rinnovi mensili, ma gli operatori avevano opposto la propria difficoltà nel calcolare concretamente l'ammontare e nel far fronte a un impegno economico consistente derivante da tale rimborso.
Il TAR del Lazio aveva dato un iniziale parere positivo circa l'opposizione degli operatori e ha fissato a novembre la sentenza in merito. L'AGCOM contesta però che il tempo di attesa sia troppo lungo e che possa creare danno agli utenti e agli altri operatori: cambiando operatore, infatti, si può perdere il rimborso (o renderlo talmente difficile da essere fondamentalmente inutile) e questo può impedire il cambio di operatore da parte dell'utente. Un mancato cambio che danneggia l'utente, impossibilitato a muoversi verso condizioni più vantaggiose economicamente o in termini di servizio offerto, così come danneggia gli altri operatori, che vedono limitata la loro capacità di competere e attrarre nuovi utenti.
La soluzione proposta dall'AGCOM è quindi quella di spostare semplicemente il periodo di inizio del ciclo di fatturazione. Fare il conto dei giorni "persi" con la fatturazione quadrisettimanale, ovvero dei giorni pagati in più rispetto al normale ciclo mensile, è semplice; una volta fatto questo calcolo, si può posticipare la data di rinnovo dell'offerta o di fatturazione. In questo modo gli utenti vedono riconosciuto il proprio diritto a essere rimborsati per via di un'azione illegale degli operatori, e questi ultimi non hanno difficoltà nel fare conti precisi riguardo le somme dovute. Dato che il ciclo di fatturazione è stato alterato due volte nel corso del 2017 senza causare troppi problemi agli operatori, un'ulteriore variazione una tantum non può costituire valido intralcio al rispetto della legge.
Gli operatori hanno ora 60 giorni per opporsi alla decisione dell'AGCOM. La soluzione trovata sembra, però, individuare la quadratura del cerchio. Conoscendo gli attori coinvolti, però, non è difficile immaginare una loro opposizione anche a questo metodo. In barba ai diritti dei cittadini.